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Scoperte le cellule immunitarie capaci di predire il rischio rigetto dopo un trapianto

Individuate le cellule immunitarie capaci di predire il rischio rigetto dopo un trapianto d’organo. La scoperta reca il timbro dell’Ohio State University Wexner Medical Center, dove un team di ricerca guidato da Ginny Bumgardner, chirurgo specializzato in trapianti, ha individuato un sottoinsieme dei linfociti T CD8+ capace di ridurre la produzione degli anticorpi specifici del donatore (DSA) nei pazienti sottoposti a intervento di trapianto.
Lo studio, pubblicato sulla rivista “Transplantation“, ha seguito per un anno 95 pazienti al primo trapianto di rene ed ha verificato che i pazienti risultati positivi ai DSA presentavano un livello significativamente più basso di un particolare sottoinsieme di linfociti T CD8+ rispetto ai pazienti che erano risultati DSA negativi in tutti i controlli nel primo anno dopo il trapianto.
Il gruppo di ricerca dell’ateneo americano si concentrerà ora nell’esplorazione del possibile utilizzo di queste cellule immunitarie per definire trattamenti efficaci prima e dopo un trapianto d’organo.

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