Prosegue incessante il lavoro dei “camici bianchi“, sul fronte della ricerca scientifica, nella lotta contro il nuovo coronavirus. Dopo il “dream team” dell’istituto “Spallanzani” di Roma e i risultati dell’équipe del “Sacco” di Milano, ecco un nuovo traguardo raggiunto rispettivamente nelle Marche e poi, di nuovo, nel capoluogo lombardo. Il Covid-19 è stato, infatti, isolato anche dai virologi dell’ospedale regionale di Torrette di Ancona e dagli scienziati dell’Irccs ospedale San Raffaele. Nel caso del nosocomio marchigiano, la conferma dell’isolamento del ceppo virale è arrivata dal direttore generale dell’azienda Ospedali Riuniti Ancona, Michele Caporossi, il quale ha spiegato che si tratta “del virus isolato dai pazienti trattati nelle Marche“. Ora, ha aggiunto “va passato al sequenziamento (l’analisi di biologia molecolare, ndr) per capire se si tratta di un virus autoctono o ha caratteristiche diverse da quelle del ceppo italiano già isolato”. Nel caso, invece, del San raffaele, è stato il Laboratorio di Microbiologia e virologia dell’Istituto del Gruppo San Donato, diretto dal professor Massimo Clementi, ordinario di Microbiologia e Virologia all’università Vita-Salute San Raffaele di Milano, ad isolare l’agente patogeno da due pazienti con infezione respiratoria acuta ricoverati da sabato 29 febbraio. Altre cinque colture provenienti da altri pazienti sono al momento in corso e, se avranno esito positivo, costituiranno ulteriori campioni di virus isolato. “Per la ricerca è molto importante averne sempre di più. Il nostro obiettivo deve essere disporre di un numero sufficiente di coronavirus diversi per poter testare farmaci o sviluppare nuove terapie” ha detto all’agenzia Adnkronos Salute Clementi. Il team di scienziati dell’Irccs di via Olgettina ha isolato il virus prelevato dai pazienti e lo ha trasferito in coltura. L’idea, ha spiegato Clementi, “è di metterlo insieme” ai ‘cugini’ “responsabili di Sars (Sindrome respiratoria acuta grave) e Mers (Sindrome respiratoria del Medio Oriente) per saperne sempre di più”. “Penso che in Italia ci siano ottimi laboratori di virologia e mi aspetto che per questo nuovo coronavirus ci saranno anche altri isolamenti in futuro. Il mio auspicio è che possa nascere una biobanca italiana del Sars-CoV-2“, ha proposto Clementi. “Penso a un’iniziativa istituzionale – ha detto ancora all’AdnKronos Salute – per fare una raccolta dei campioni biologici provenienti da tutte queste entità di ricerca. A farsi motore dovrebbe essere un’istituzione, magari l’Istituto superiore di sanità (Iss)”.
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