Ha quasi del miracoloso quanto accaduto, negli scorsi mesi e settimane, a Torino dove una bimba nata con l’intestino al posto di un polmone, a causa di una rarissima e grave forma di ernia diaframmatica, è stata salvata grazie ad un intervento prima e ad un trapianto di fegato poi, presso la Città della Salute.
UNA RARA MALFORMAZIONE
La storia è iniziata ben prima della nascita della piccola quando, alla 20a settimana di gestazione, all’ecografia effettuata sulla mamma è stata riscontrata, nel feto, la presenza di un’ernia diaframmatica congenita, una rara malformazione in cui, a causa di un vero e proprio “buco” nel diaframma, l’intestino può spostarsi nel torace e compromettere il normale sviluppo dei polmoni.
SUBITO RICOVERATA E OPERATA
La mamma della nascitura è stata quindi presa in carico dall’équipe di diagnostica prenatale dell’ospedale Sant’Anna, diretta dal dottor Andrea Sciarrone, e la gravidanza è stata monitorata sino alla nascita della bimba, avvenuta nel novembre del 2019, allorché la neonata è stata immediatamente ricoverata presso la Rianimazione pediatrica dell’ospedale Infantile Regina Margherita, diretta dal dottor Giorgio Ivani, e, dopo 2 giorni di trattamento intensivo, sottoposta ad un delicato intervento chirurgico di correzione dell’ernia diaframmatica dal direttore della Chirurgia pediatrica dottor Fabrizio Gennari e dalla sua équipe.
SITUAZIONE PIU’ COMPLICATA DEL PREVISTO
Solitamente nei bambini affetti da ernia diaframmatica il decorso postoperatorio porta ad un progressivo recupero della funzione cardiopolmonare ed un ritorno ad una vita normale, ma per la neonata le cose si sono dimostrate da subito ben più complesse. Infatti la comparsa di altre problematiche, non correlate alla malformazione, hanno prolungato la permanenza in Rianimazione pediatrica sino al marzo 2020 rendendo poi necessaria una lunga degenza presso il reparto di Pneumologia pediatrica diretto dalla dottoressa Elisabetta Bignamini.
UN ENORME INGROSSAMENTO DEL FEGATO
Nel corso dei mesi la situazione respiratoria si è complicata ulteriormente perché la piccola ha sviluppato una malattia epatica colestatica che ha determinato l’abnorme ingrossamento del fegato, con effetto compressivo sul torace. Si è quindi instaurata una progressiva insufficienza epatica e la gestione clinica del caso è diventata sempre più complessa, non essendovi prospettive di dimissione. La mamma e il papà però non si sono mai arresi, sostenuti anche dalla straordinaria voglia di vivere della loro bimba.
TRAPIANTO, ARRIVA IL FEGATO
La “tenacia” della piccola ha sostenuto anche tutti i professionisti che, in un ampio ambito multidisciplinare, hanno preso in cura la neonata e sono giunti alla decisione di inserirla in lista d’attesa per un trapianto di fegato, che si è presentato però, da subito, ad altissimo rischio. L’attesa di un organo idoneo si è prolungata per mesi, durante i quali la piccola ha contratto e superato brillantemente anche l’infezione da SarsCov2. Grazie al Coordinamento regionale trapianti del Piemonte (diretto dal professor Antonio Amoroso), finalmente nel novembre 2020, a Covid superato, è arrivato il fegato ideale, proveniente da un donatore anch’esso reduce dal coronavirus.
L’INTERVENTO EFFETTUATO ALLE MOLINETTE
Si è così proceduto al trapianto. L’impegnativo intervento, eseguito presso l’ospedale Molinette dal professor Renato Romagnoli (direttore del Centro trapianti di fegato dell’ospedale Molinette) e dalla sua équipe, e le successive cure intensive post-trapianto assicurate dall’équipe di Anestesia e Rianimazione 2 delle Molinette (diretta dal dottor Roberto Balagna), hanno consentito all’organismo della bimba di recuperare progressivamente dopo tutte le difficoltà già superate.
NECESSARIA UNA LUNGA DEGENZA
Sarà tuttavia necessaria ancora una lunga degenza prima in Rianimazione pediatrica e poi nel reparto di Gastroenterologia del Regina Margherita, diretto dal dottor Pierluigi Calvo, per arrivare alla meta. Ora anche i polmoni possono crescere e svilupparsi regolarmente nella loro naturale posizione. Tra qualche giorno finalmente arriverà il momento tanto atteso della dimissione dopo un ricovero che dal giorno della nascita è durato ben 17 mesi, ma che, grazie all’impegno di numerosi medici ed infermieri di molti reparti e servizi della Città della Salute di Torino, ha permesso ora ai genitori di poter tornare a casa con la loro bimba ed iniziare quella vita normale che tanto hanno desiderato.