Tutti conoscono gli effetti benefici della Dieta Mediterranea. Fu Ancel Keys, negli anni Cinquanta del secolo scorso, a scoprirne “pregi e virtù”. Il fisiologo e biologo statunitense, noto soprattutto per i suoi studi sull’epidemiologia delle malattie cardiovascolari, lo fece indagando a fondo usi, gusti e costumi alimentari delle popolazioni cilentane, soprattutto a tavola. Fu così che lo stile di vita cosiddetto della “longevità“, divenne famoso in tutto il mondo, fino a vedersi riconosciuto, patrimonio immateriale dell’umanità dall’Unesco. Ebbene è notizia di questi giorni che la “DM” potrebbe avere altri e sorprendenti effetti benefici per la salute in termini di prevenzione del cancro alla prostata. Lo rivela un “paper“, appena pubblicato su Sage Journals, a cura di un team di ricercatori, in larga parte campani, capitanato dal dott. Matteo Ferro (Divisione di Urologia, Istituto Europeo di Oncologia – IRCCS, Milano) e di cui fanno parte: Giuseppe Lucarelli (Dipartimento di Emergenza e Trapianti d’Organo – Unità di Urologia, Andrologia e Trapianto di Rene, Università degli Studi di Bari); Carlo Buonerba (Centro Regionale di Riferimento Tumori Rari, Dipartimento di Oncologia ed Ematologia, AOU Federico II di Napoli; Centro di Referenza Nazionale per la Salute Ambientale, Istituto Zooprofilattico del Mezzogiorno di Portici); Giovanni Boccia (Dipartimento di Medicina e Chirurgia, Università degli Studi di Salerno) ed i biologi Daniela Terracciano (Dipartimento di Scienze Mediche Traslazionali, Università Federico II di Napoli); Giuseppe Cerullo (Dipartimento di Scienze Motorie e Benessere, Università di Napoli “Parthenope”) e Vincenzo Cosimato (Divisione di Medicina di Laboratorio presso l’Ospedale Civile “Maria SS. Addolorata” di Eboli). Ebbene, indagando sui dati epidemiologici della provincia di Salerno (dati forniti dall’ASL e raccolti nel registro tumori), il team di esperti ha notato che in alcune aree del Cilento, esiste un minor rischio di PCa (Carcinoma prostatico) rispetto alle zone limitrofe della provincia salernitana. Questo potrebbe essere spiegato proprio dal particolare regime nutrizionale sviluppato in queste zone del Sud della Campania dove è prevalente l’apporto di nutrienti ricchi di sostanze come licopene, quercitina e flavonoidi, presenti nella Dieta Mediterranea, che esercitano un ruolo anti-neoplastico. La tal cosa suggerirebbe un grande ruolo “protettivo” svolto dalla DM contro il tumore alla prostata. Da qui, dunque, l’appello del team di studiosi ad approfondire ulteriormente gli studi volti a comprendere la relazione tra Dieta Mediterranea e carcinoma prostatico per meglio spiegare e comprendere i meccanismi attraverso i quali questo “modello di dieta sana e sostenibile” (come lo definisce il ministero della Salute sul proprio sito) – già noto, tra l’altro, per i suoi effetti preventivi contro malattie croniche degenerative come diabete, malattie autoimmuni, disturbi neurologici e malattie cardiovascolari – può agire, in termini potenziali, nella prevenzione del PCa.
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