In persone che sono state esposte ad un trauma si riscontrano i sintomi del disturbo da stress post-traumatico (DSPT) in presenza di bassi livelli ematici della proteina MECP2. Questo è quanto hanno osservato i ricercatori del Centro di Riferimento per le Scienze Comportamentali e la Salute Mentale dell’ISS in uno studio pubblicato su Translational Psychiatry, ad indicare che tale proteina potrebbe svolgere un ruolo chiave nella patogenesi di questo disturbo mentale.
In precedenza, lo stesso gruppo aveva dimostrato che livelli ridotti di MECP2 sono collegati, in donne senza alcuna diagnosi di disturbo mentale, all’aumento del rischio psicopatologico dovuto all’esposizione ad eventi stressanti durante l’infanzia. In questa ricerca gli autori si sono invece focalizzati su pazienti con DSPT per valutare se ridotti livelli ematici di MECP2 fossero correlati alla severità della sintomatologia.
È stato analizzato il sangue di 132 soggetti che hanno fornito informazioni riguardo eventuali esperienze avverse. I risultati ottenuti confermano che, in persone sottoposte ad eventi stressanti in infanzia e poi esposte ad un trauma da adulte, ridotti livelli ematici di MECP2 si associano allo sviluppo di sintomi DSPT; più bassi sono i valori di questa proteina, più gravi i sintomi riscontrati.
“Nel loro insieme – spiegano gli autori – i nostri studi forniscono una sostanziale indicazione che la ridotta espressione ematica del fattore epigenetico MECP2 indichi una aumentata vulnerabilità allo sviluppo di disturbi legati allo stress, incluso il disturbo da stress post-traumatico. Questa associazione si riscontra specialmente in persone di sesso femminile, più vulnerabili al disturbo da stress post-traumatico, e sembra essere mediata dalla qualità delle prime esperienze di vita”.
Questi risultati suggeriscono che la regolazione dell’espressione di MECP2 possa rappresentare un meccanismo chiave, sesso-specifico, nella patogenesi del DSPT.
Fonte news: Istituto Superiore di Sanità