L’intestino fetale umano come non lo si era mai visto prima. Ha del sensazionale quanto scoperto da un team di ricercatori del Wellcome Sanger Institute e dell’Università di Cambridge i quali hanno monitorato, in maniera molto dettagliata, le prime fasi di sviluppo (da sei a dieci settimane dopo il concepimento) dell’intestino fetale dell’essere umano, scoperto funzioni cellulari specifiche che sembrano essere riattivate nell’intestino dei bambini affetti dalla malattia di Crohn.
I frutti della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista “Developmental Cell” e sembrano spalancare nuove prospettive verso una migliore gestione e trattamento di questa grave patologia. I ricercatori britannici hanno utilizzato una tecnologia all’avanguardia chiamata sequenziamento dell’RNA a cellula singola per esaminare l’espressione genica nelle singole cellule dell’intestino umano in via di sviluppo.
Gli scienziati si sono concentrati sul rivestimento interno dell’intestino, chiamato epitelio intestinale, e hanno scoperto che le cellule si dividono costantemente in questa fase iniziale, guidate dai messaggi di altri tipi di cellule. Ciò consentirebbe all’intestino di crescere e formare le strutture necessarie per una buona funzione intestinale più avanti nella vita.
Sono stati analizzati anche i tessuti dell’intestino di bambini con malattia di Crohn, di età compresa tra i 4 e i 12 anni. Lo studio ha rivelato che alcune delle vie cellulari attive nell’epitelio dell’intestino fetale sembrano essere riattivate nella malattia di Crohn. Questi percorsi non erano attivi nei bambini sani di età simile.
“I nostri risultati indicano che potrebbe esserci una riprogrammazione di specifiche funzioni delle cellule intestinali nella malattia di Crohn. Non sappiamo se questa sia la causa della malattia o una conseguenza di essa, ma in entrambi i casi è un passo entusiasmante per aiutarci a migliorarne la comprensione”, ha commentato Matthias Zilbauer del Dipartimento di Pediatria di Cambridge.