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Microbioma e farmaco abiraterone acetato: la strana alleanza contro il cancro alla prostata

Il microbioma intestinale è in grado di interagire con un farmaco orale che viene somministrato ai pazienti che soffrono di cancro alla prostata, suggerendo che i batteri nell’intestino svolgono un ruolo cruciale nelle cure. Lo rivela uno studio congiunto della Western University e del Lawson Health Research Institute i cui risultati, pubblicati su “Nature Communications“, evidenziano come il farmaco Abiraterone acetato viene metabolizzato dai batteri presenti nell’intestino, riducendo così gli organismi “nocivi” e promuovendo, al contempo, quelli capaci di combattere il tumore.
L’Abiraterone acetato è una terapia altamente efficace utilizzata nel trattamento del cancro alla prostata che sia risultato resistente ad altri tipi di cure. Riduce gli androgeni nel corpo, ma lo fa attraverso un meccanismo diverso e, a differenza delle terapie tradizionali, viene assunto per via orale: i batteri nell’intestino metabolizzano tale farmaco portando all’aumento significativo di un batterio chiamato Akkermansia muciniphila, un “probiotico di nuova generazione” che facilita una migliore risposta ai farmaci immunoterapici per il cancro. Secondo quanto osservato dalla task-force di ricercatori, l’aumento di Akkermansia muciniphila ha portato anche ad una crescita della produzione di vitamina K2, a sua volta conosciuta nota per le sue proprietà anti-tumorali.

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