Un probiotico, associato all’immunoterapia, potrebbe migliorarne e potenziarne gli effetti in chiave antitumorale. Si chiama CBM588 ed a svelarne l’efficacia nel trattamento anticancro, è un nuovo studio condotto da Sarah Higlander del Translational Genomics Research Institute (TGen) di Phoenix. Il report del centro americano va ad inserirsi nel filone di ricerche che negli ultimi anni si è concentrato sullo studio del microbioma umano evidenziando come, modulandone la composizione, ovvero intervenendo sull’insieme di quei microrganismi che popolano il nostro intestino, sia possibile aumentare la risposta alle terapie oncologiche.
LA RICERCA SU 29 PAZIENTI ONCOLOGICI
In particolare, lo studio del TGen di Phoenix ha visto la partecipazione di 29 pazienti oncologici ai quali è stato chiesto di assumere per bocca il probiotico CBM588 (un cocktail di 5 componenti contenente ad esempio dei bifidobatteri) contemporaneamente agli immunoterapici. Ebbene, l’esperimento ha prodotto in loro una risposta migliore e molto più a lungo all’immunoterapia rispetto al gruppo di controllo. I risultati della ricerca, pubblicati sulle pagine della rivista specializzata “Nature Medicine“, suggeriscono che in questo modo sarebbe possibile incrementare la risposta antitumorale in pazienti affetti da tumore del rene in fase avanzata con metastasi.