La chemioterapia è al momento “l’arma” più valida contro i tumori. E’ noto, però, che attacca tutte le cellule del corpo umano e non solo quelle “malate” di cancro, motivo per cui i pazienti che vengono sottoposti al trattamento spesso accusano effetti collaterali come debolezza fisica, perdita di capelli e nausea. Le cellule però (non solo quelle tumorali) possono trovare modi per sfuggire alla terapia. Quando, infatti, vengono attaccate dalla chemioterapia, cercano di riparare o di aggirare il danno. Ebbene, un gruppo di ricercatori della Facoltà di Salute e Scienze Mediche dell’Università di Copenaghen sta cercando di capire come facciano a mettere in campo questi meccanismi di difesa, riparandosi o addirittura aggirando le lesioni indotte dalla chemioterapia, nella speranza di fornire nuovi metodi per inibire questi processi di riparazione e rendere, in tal modo, più efficace la cura chemioterapica.
IL LAVORO DEL CENTER FOR PROTEIN RESEARCH
In un lavoro svolto in collaborazione con alcuni laboratori ed eseguito nelle strutture del Center for Protein Research, Julien Duxin ed il suo gruppo di ricerca hanno rivelato una proteina che sembra svolgere un ruolo vitale nel reclutare i fattori chiave di segnalazione e riparazione del DNA. “Abbiamo trovato prove evidenti che la proteina RFWD3 è responsabile dell’orchestrazione della riparazione di diverse lesioni del DNA indotte dalla chemioterapia” ha spiegato. “Se riusciamo a inibire questa proteina, potremmo potenzialmente impedire alle cellule di tollerare le lesioni del DNA, il che potrebbe portare a una chemioterapia più efficace in futuro” ha aggiunto Duxin.
STUDIO PUBBLICATO SU MOLECULAR CELL
I risultati dello studio, pubblicati su “Molecular Cell“, rappresentano il culmine di tre anni di ricerca: il gruppo ha osservato che l’assenza della proteina porta a un profondo difetto nel reclutamento dei componenti necessari per riparare e tollerare il danno