Livelli troppo alti di trigliceridi nel sangue (ipertrigliceridemia) potrebbero rivelarsi un fattore di rischio per chi ha avuto un ictus aterotrombotico, della possibilità di poter avere altro ictus o di incappare in problemi cardiovascolari, anche se la persona segue una terapia con le statine. E’ quanto emerge da uno studio della Tokyo Women’s Medical University, pubblicato su Neurology, la rivista medica dell’American Academy of Neurology, condotto su 870 persone (età media di 70 anni), colpite da ictus o attacco ischemico transitorio
DIETA ED ESERCIZIO FISICO
“La buona notizia è che le statine sono solo una terapia per i trigliceridi alti: la dieta e l’esercizio fisico possono anche essere modi efficaci per ridurre i livelli nel sangue a un costo minimo o nullo”, spiega Takao Hoshino, principale autore del report.
L’ESPERIMENTO
Nel test, il 25% delle 870 persone esaminate, aveva livelli elevati di trigliceridi. Ebbene, seguite per circa un anno, si è scoperta un’associazione tra alti livelli di trigliceridi e la ricaduta con altro ictus o problemi cardiovascolari. Le persone con alti elevati di trigliceridi avevano, infatti, un rischio maggiore del 21% di poter morire, oppure di avere un altro ictus o malattie cardiache, rispetto al 10% che presentava livelli più bassi.
LA TERAPIA
“La terapia con statine rappresenta ancora un trattamento efficace per le persone con livelli elevati di trigliceridi, ma il nostro studio evidenzia quanto sia importante esaminare tutti gli strumenti che una persona può utilizzare per abbassare i propri trigliceridi, comprese le modifiche alla dieta, l’esercizio fisico e l’assunzione di acidi grassi omega-3” ha proseguito Hoshino. In ogni caso lo studio non dimostra che l’abbassamento dei livelli elevati di trigliceridi impedirà alle persone con ictus aterotrombotico di avere problemi cardiovascolari in seguito, ma evidenzia solo un’associazione.