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Sanità, grido d’allarme dei privati: “Modificare Tariffario per evitare conseguenze su qualità servizi”

“Esprimiamo grande preoccupazione per le conseguenze che potrebbe avere, sull’intero territorio nazionale, l’adozione del Nomenclatore Tariffario dell’assistenza specialistica ambulatoriale e protesica, che il governo si appresta a varare. Il nostro auspicio è che la bozza del nuovo dispositivo, inviata alla Conferenza Stato-Regioni e la cui analisi è stata al momento sospesa, possa essere modificata, evitando in tal modo gravose ricadute sia sulla qualità che sulla quantità dei servizi sanitari garantiti alla popolazione”. Lo dichiarano, in una nota congiunta, Aiop (Associazione Italiana Ospedalità Privata), Aris (Associazione religiosa istituti socio-sanitari), Andiar (Associazione Nazionale di Diagnostica per Immagini dell’Area Radiologica), Ansoc (Associazione Nazionale Studi Odontoiatrici Convenzionati), Fered Anisap (Federazione Nazionale delle Associazioni Regionali delle Istituzioni Sanitarie Ambulatoriali), Federbiologi, Federlab Italia (Federazione Nazionale dei laboratori di analisi cliniche e dei centri poliambulatoriali), Ordine Nazionale dei Biologi, Simmfir (Società Italiana di Medicina Fisica e Riabilitativa), Sbv (Sindacato Branca a Visita), Sirm (Società Italiana radiologia medica) e Cic (Collegio Italiano Chirurghi).

RIBASSI FINO AL 30% E CALCOLO INADEGUATO PRESTAZIONI
Per le associazioni di categoria della sanità privata accreditata il nuovo Nomenclatore “prevede, infatti, ribassi fino al 30% e non vengono calcolate, in maniera adeguata, le reali voci di costo delle prestazioni, così come stabilisce, invece, la normativa”. Purtroppo, rilanciano ancora le associazioni di categoria: “il nuovo Tariffario non tiene neanche in debito conto aspetti essenziali come l’obsolescenza tecnologica delle attrezzature e la loro necessaria innovazione, con il risultato di inficiare, ineluttabilmente, la qualità dei servizi dedicati ai cittadini”.

EFFETTI NEGATIVI ANCHE SOTTO PROFILO OCCUPAZIONALE
Il Tariffario nazionale rischia, altresì, di avere effetti negativi, anche, sotto il profilo occupazionale, soprattutto, per le strutture di piccola e media dimensione. Si tratta, insomma, di un’operazione tecnico-finanziaria che non considera il fatto che ad erogare le prestazioni sanitarie, delle quali beneficiano i cittadini, sono aziende di diritto pubblico e privato, il cui equilibrio finanziario è un presupposto indispensabile per la loro tenuta. Chiediamo, pertanto, con urgenza modifiche sostanziali” concludono.

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