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Intesa Stato-Regioni: nasce l’Ospedale di Comunità

Si chiama “Ospedale di Comunità“. Ed è l’ultima novità partorita dal sistema sanitario nazionale. Ad annunciarla, il presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini in virtù di un accordo, raggiunto in quella stessa sede, lo scorso giovedì, 20 febbraio. Si tratta di “una struttura di ricovero breve per quei pazienti che, a seguito di un episodio di acuzie minori o per la riacutizzazione di patologie croniche, necessitano di interventi sanitari a bassa intensità clinica” il commento di Bonaccini. Per dirla tutta, l’Ospedale di Comunità nasce per svolgere una sorta di funzione intermedia tra la cura domiciliare e il ricovero ospedaliero vero e proprio. Definiti anche i requisiti strutturali, tecnologici e organizzativi minimi per l’autorizzazione all’esercizio ditali speciali “nosocomi”, sia essi pubblici o privati. Più in dettaglio, l’Ospedale di Comunità, spiega un comunicato, può avere una sede propria, essere collocato in strutture sanitarie polifunzionali, presso presidi ospedalieri riconvertiti, presso strutture residenziali oppure essere situato in una struttura ospedaliera, ma deve sempre essere riconducibile all’assistenza territoriale. Per quanto concerne i posti letto, la struttura ne ha un numero limitato, di norma tra 15 e 20. È possibile prevedere l’estensione fino a due moduli ma non oltre. Possono accedervi, come detto, pazienti con patologia acuta minore che non necessitano di ricovero in ospedale o con patologie croniche riacutizzate che devono completare il processo di stabilizzazione clinica, con una valutazione prognostica di risoluzione a breve termine (15-20 giorni), provenienti dal domicilio o da altre strutture residenziali, dal Pronto soccorso o dimessi da presidi ospedalieri per acuti. I pazienti che vi vengono ospitati necessitano di assistenza infermieristica continuativa e assistenza medica programmata o su specifica necessità. Tra gli obiettivi primari del ricovero deve essere posto anche l’aumento di consapevolezza dei pazienti e del familiare/caregiver, attraverso l’addestramento alla migliore gestione possibile delle nuove condizioni cliniche e terapeutiche e al riconoscimento precoce di eventuali sintomi di instabilità. Per l’accesso all’Ospedale di Comunità è necessario, ancora, che siano soddisfatti i seguenti criteri: diagnosi già definita; prognosi già definita; valutazione del carico assistenziale e della stabilità clinica eventualmente attraverso scale standardizzate; programma di trattamento già stilato e condiviso con il paziente e/o con la famiglia (ad eccezione del Pronto Soccorso). La gestione delle attività dell’OdC viene ricondotta all’organizzazione distrettuale o territoriale delle aziende sanitarie. Dal punto di vista gestionale-organizzativo, la responsabilità complessiva della struttura è in capo a una figura individuata anche tra le professioni sanitarie dalla articolazione territoriale aziendale di riferimento e svolge anche una funzione di collegamento con i responsabili sanitari, clinici e assistenziali, e la direzione aziendale. Questi, invece, gli aspetti tecnologici da contemplare nei requisiti regionali: impianto di climatizzazione tale da garantire che la temperatura estiva e invernale sia compatibile con il benessere termico dei ricoverati; impianto di erogazione ossigeno stabile o mobile; impianto di comunicazione e chiamata con segnalazione acustica e luminosa al letto; dotazioni tecnologiche idonee a garantire assistenza ordinaria e in emergenza, compresi dispositivi diagnostici; presidi anti decubito; attrezzature per mobilizzazione/mobilità compresi gli ausili tecnici per la mobilità (corrimano, deambulatori) e trasporto dei pazienti. Sul fronte dei requisiti organizzativi e gli standard clinico-assistenziali, l’OdC, pur avendo un’autonomia funzionale, opera in forte integrazione con gli altri servizi sanitari, come i servizi di assistenza specialistica ambulatoriale e compresi i Servizi di EmergenzaUrgenza territoriali. L’Ospedale di Comunità costituisce un setting ideale per promuovere una maggior integrazione sia con la Comunità Locale(associazioni di volontariato) che con i Servizi Sociali. La collaborazione tra ambito sanitario e sociale e la Comunità locale rappresenta un elemento qualificante dell’Ospedale di Comunità a garanzia di una risposta ad un ampio insieme di bisogni e di tempestiva programmazione delle dimissioni.Inoltre, la collaborazione con le associazioni di volontariato potrà offrire un utile contributo anche nella rilevazione della qualità percepita dei pazienti e dei familiari/caregiver.

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