Novità, in campo scientifico, nella lotta contro il cancro al pancreas. Un team di scienziati della North Dakota State University e del Kansas City Veterans Affairs Medical Center, ha progettato e messo a punto un rivoluzionario metodo per somministrare farmaci antitumorali attraverso il loro incapsulamento in speciali nanoparticelle di polimeri.
STUDIO PUBBLICATO SU MOLECULAR PHARMACEUTICS
Il progetto della “task force” americana, è stato illustrato in uno studio pubblicato su Molecular Pharmaceutics nel quale si mostra il grande potenziale di questa scoperta, capace di colpire i tumori in modo più efficace evitando, altresì, il pericolo di “danneggiamento” di altre parti del corpo.
ADENOCARCINOMA DUTTALE PANCREATICO
Nello specifico, stiamo parlando della forma più aggressiva di cancro del pancreas, l’adenocarcinoma duttale pancreatico, che ha un tasso di sopravvivenza molto basso (circa cinque anni in poco più dell’8% dei casi). Attualmente la cura standard è il farmaco gemcitabina che però offre solo un modesto miglioramento delle possibilità di sopravvivenza. In più, tale farmaco si degrada rapidamente all’interno dell’organismo senza considerare il fatto che spesso questo tipo di tumore sviluppa resistenza al farmaco.
FARMACI RACCHIUSI IN NANOPARTICELLE DI POLIMERI
Un altro trattamento, più efficace, è chiamato inibitore della chinasi del recettore extracellulare (ERKi). Tuttavia il farmaco è tossico e può provocare danni ad altre parti del corpo. Ora, per ovviare a questi problemi, i ricercatori dei due atenei statunitensi hanno creato questo nuovo metodo per somministrare quei farmaci tramite un sistema di rilascio a base di nanoparticelle per portare al pancreas sia la gemcitabina sia l’ERKi: i due prodotti antitumorali vengono “rinchiusi” in speciali nanoparticelle di polimeri che impediscono loro di degradarsi e proteggono le altre aree del corpo dagli effetti tossici. Insomma: la lotta contro il cancro al pancreas sembra aver trovato un nuovo, potente alleato.