In occasione della giornata mondiale di prevenzione contro lo spreco alimentare, celebrata lo scorso 5 febbraio, l’Agenzia ENEA ha pubblicato un decalogo con l’obiettivo di rendere il sistema alimentare più circolare e sostenibile riducendo, appunto, gli sprechi. Si stima, infatti, che ogni anno in Italia vengano “perse” oltre 5 milioni di tonnellate di cibo, circa 85 chilogrammi pro capite, pari al 15,4 % dei consumi alimentari totali con un costo di 12,6 miliardi di euro e oltre 24,5 milioni di tonnellate di carbonio emesse.
“Lo spreco alimentare non ha solo un costo economico elevato, ma impatta sull’ambiente e le risorse naturali, sul benessere delle persone e sul loro sostentamento”, sottolinea Chiara Nobili della Divisione Biotecnologie e Agroindustria dell’ENEA. “Da qui l’importanza di individuare i fattori che determinano perdite e sprechi e le potenziali azioni strategiche di prevenzione e di contenimento nella fase post-vendita, per orientare il consumatore verso modelli di consumo più consapevoli”. E da qui anche la sfida lanciata dall’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile contro gli sprechi.
Una sfida, sottolinea l’ENEA che, nello specifico, si realizza, oltre alla raccolta ed all’analisi di buone pratiche, anche con l’impegno nella ricerca e nell’innovazione. In particolare l’Agenzia è impegnata nello sviluppo di nuove metodologie e tecniche agronomiche per ridurre i costi di produzione e il consumo delle risorse naturali ma anche sviluppare tecnologie innovative per il monitoraggio della filiera di produzione, l’aumento della shelf-life, il controllo della qualità igienico-sanitaria, il valore nutrizionale e gli effetti sulla salute.