Organoidi delle vie aeree umane per studiare l’infettività e la citopatia della SARS-CoV-2. La mancanza di modelli in grado di riprodurre la normale fisiologia e patologia cellulare, rischia di limitare gli studi sulle malattie infettive. In particolare quelli sul nuovo coronavirus. Da qui, come riporta un articolo pubblicato su “The Lancet“, a firma Mohamed Elbadawi e Thomas Efferth del Department of Pharmaceutical Biology dell’Institute of Pharmaceutical and Biomedical Sciences della “Johannes Gutenberg University” di Mainz (Germania), la scelta di sviluppare dei modelli organotipici. Una scelta che ha spianato la strada verso ulteriori studi sulle infezioni virali e sulle interazioni ospite-virus. Ad esempio, gli organoidi intestinali umani sono stati utilizzati in modo efficiente per studiare molti virus, come rotavirus, norovirus, enterovirus 71 e adenovirus umano.
Per approfondire: l’articolo completo (in inglese) su Thelancet.com