Anche Biologi, Ostetrici e Tecnici Sanitari potranno somministrare i vaccini anti Covid-19. Lo prevede l’intesa firmata dal Ministro della Salute Roberto Speranza e dal presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, Massimiliano Fedriga con i presidenti dell’Ordine nazionale dei biologi e delle Federazioni degli ordini della professione di Ostetrica e dei Tecnici di radiologia medica, delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione. Si allarga, dunque, la platea dei vaccinatori ed i biologi, in particolare, dopo anamnesi da parte di un medico, potranno inoculare le dosi nei laboratori di analisi cliniche aderenti alla campagna vaccinale. Potranno inoltre partecipare alla stessa campagna d’immunizzazione, dopo aver frequentato uno specifico corso dell’Istituto Superiore di Sanità, anche i tecnici sanitari di radiologia medica, delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione e le ostetriche, nelle sedi di somministrazione individuate dalle Regioni e dalle Province autonome.
COSA PREVEDE IL PROTOCOLLO
Va precisato che, allo stato, il Protocollo non è ancora immediatamente operativo dal momento che, in base alla normativa vigente, i biologi non possono effettuare i vaccini. In esso è, tuttavia, previsto l’impegno del Governo ad adottare uno o più provvedimenti di urgenza per consentire la possibilità di poter effettuare la vaccinazione contro il SARS-CoV-2 e prevedere, al contempo, lo stanziamento delle risorse necessarie alla copertura degli oneri derivanti dall’esecuzione della vaccinazione da parte dei biologi (dal punto di vista delle risorse, come rende noto il portale dell’Ordine nazionale dei Biologi, viene stabilito che il compenso, per ogni inoculazione è di 6,16 euro).