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Batteri “evoluti”: dopo la morte aiutano le cellule vicine

Team di ricerca dell’Università britannica di Durham ha scoperto che un particolare tipo di batterio E-coli, alla morte, produrrebbe un enzima in grado di scomporre le cellule nutrienti per aiutare quelle vicine. Secondo lo studio, pubblicato sulla rivista “Nature Communications“, per alcuni organismi non ci sarebbe dunque il decesso bensì una specie di evoluzione della specie. Gli scienziati hanno ipotizzato che le cellule vicine a quelle morte otterrebbero, da quest’ultime, grazie all’azione di quell’enzima, dei preziosi nutrienti, così da poter essere, in qualche modo, “clonalmente” collegate tra loro. La ricerca apre la strada per nuovi trattamenti dal momento che le biomolecole che regolano i processi dopo la morte, potrebbero essere sfruttate un domani anche per progettare strumenti utili alla salute degli esseri umani. Ad esempio per individuare nuovi bersagli per le malattie batteriche o per la crescita batterica in biotecnologia.

Fonte news: Nature Communications

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