Ci sarebbe un legame tra i batteri intestinali e la risposta all’immunoterapia nel melanoma avanzato. E’ quanto emerso da uno studio dell’Istituto Europeo di Oncologia di Milano, pubblicato sulla rivista “Cell Host and Microbe“, che apre allo sviluppo di nuove strategie terapeutiche ed alla produzione di vaccini personalizzati. Lo studio ha coinvolto 23 pazienti in cura all’IEO ed al “Pascale” di Napoli, affetti da melanoma inoperabile. A costoro è stata somministrata una terapia che, bloccando la proteina linfocitaria PD-1, ha riattivato la risposta immunitaria antitumorale. Da un’analisi approfondita dei geni batterici è emerso che il microbiota intestinale dei pazienti responsivi all’immunoterapia è apparso arricchito di alcuni geni che portano alla sintesi di peptidi (frammenti di proteine), i quali mimano la struttura di alcuni dei principali antigeni tumorali espressi dalle cellule di melanoma. Dal momento che la somiglianza consente a linfociti diretti contro i peptidi batterici di riconoscere anche i loro analoghi tumorali, l’immunità antitumorale ne è uscita rafforzata. La scoperta consentirà in breve tempo di condurre uno screening dei pazienti candidati a immunoterapia grazie ad un test ematico per ricercare linfociti che riconoscono i peptidi batterici “simili” a quelli del melanoma.
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Lo studio è stato condotto da un team internazionale di ricerca guidato dall’Università di Padova in collaborazione con il Cnr-Ibbc