Nuove speranze della ricerca scientifica. Lo zinco potrebbe avere un ruolo positivo nel trattamento della fibrosi polmonare idiopatica arrivando finanche ad invertire il danno e migliorare la sopravvivenza dei pazienti che soffrono di quella malattia. E’ quanto hanno scoperto i ricercatori del Women’s Guild Lung Institute del Cedars-Sinai in uno studio i cui risultati sono stati pubblicati su “The Journal of Clinical Investigation“. Ebbene gli scienziati hanno rilevato che le cellule staminali che rivestono le sacche d’aria nei polmoni dei pazienti affetti da fibrosi polmonare idiopatica, perdono la loro capacità di elaborare lo zinco, noto per il suo ruolo nella crescita delle cellule e nella guarigione dei tessuti danneggiati.
La mancanza di questo minerale, dunque, compromette la capacità delle cellule – epiteliali alveolari di tipo 2 (AEC2s) – di rigenerarsi. I ricercatori hanno prima analizzato gli AEC2 di polmoni sani e anche i polmoni di pazienti con la malattia, scoprendo che nelle cellule dei polmoni ammalati mancava una proteina chiamata trasportatore di zinco 8 (ZIP8), che attira lo zinco nella cellula.
In esperimenti con organoidi – versioni semplificate e miniaturizzate di organi cresciuti a partire dai tessuti dei pazienti – gli scienziati hanno anche osservato che le cellule prive della proteina ZIP8 non erano in grado di rigenerarsi e formare colonie come dovrebbero invece fare le cellule sane. Pertanto il ripristino di questa capacità attraverso il percorso molecolare tracciato dagli specialisti del Women’s Guild Lung Institute nei loro esperimenti, potrebbe portare a terapie capaci di invertire il danno polmonare correlato alla fibrosi.